Un quadro complessivamente “a tinte fosche, nel quale si vedono timidi segnali di ripresa. Ma occorre certamente fare di più”. E’ ciò che emerge dal Centro Studi di Ance Ragusa, che scatta una fotografia precisa e dettagliata sullo stato economico delle imprese di costruzione siciliane. Dallo studio, aggiornato al 10 maggio 2024, emerge come Ragusa sia la quarta provincia in Sicilia per numero di imprese di costruzioni (2689) dopo Palermo, Catania e Messina, superando province come Siracusa, Trapani e Agrigento. Complessivamente, le imprese di costruzione ragusane rappresentano il 9,5% di tutta la Sicilia. La crisi decennale che ha colpito il settore ha causato la scomparsa di oltre 7mila imprese di costruzioni in Sicilia (-21,5%). A partire dal 2020 si è registrata una inversione di tendenza legata al progressivo miglioramento dei livelli produttivi di settore: tra il 2020 e il 2021, infatti, nella regione il numero di imprese di costruzioni è cresciuto del +9%, ovvero di oltre 2.300 imprese. L’aumento coinvolge tutte le classi dimensionali, con incrementi a due cifre per le realtà oltre 1 addetto.
Ma in Sicilia continua, anche nel 2023, l’importante calo di erogazioni di finanziamenti per investimenti in edilizia residenziale: con l’eccezione del 2018 e del 2019, infatti, i dati della Banca d’Italia mostrano continui ridimensionamenti del flusso di nuovi mutui concessi alle imprese per investimenti in tale comparto. In particolare, nel 2023, il calo riscontrato è stato del 21,6% rispetto all’anno precedente. Le uniche due province che hanno, invece, riportato un lieve incremento delle erogazioni sono state la provincia di Palermo (+5%) e la provincia di Trapani (+7,3%). Ragusa passa da 33 a 23,3 milioni di euro nel 2023. Nel comparto residenziale, però, il dato è in controtendenza: la provincia iblea passa da 12,3 a 23,7 milioni di euro a fronte di una sostanziale diminuzione a livello regionale. Anche per quanto riguarda i finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni erogati in Sicilia, il 2023 in provincia di Ragusa si chiude con una variazione negativa: 134 nel 2022, 96,5 nel 2023.
“Sono dati che devono spingere a una seria riflessione – commenta il presidente di Ance Ragusa, Giorgio Firrincieli – e il fatto che, per esempio, dei fondi Fsc abbiamo preso soltanto le briciole rispetto al resto della Sicilia, non ci può fare dormire sonni tranquilli. E’ necessario sbloccare quanto prima i vari cantieri e mettere in condizione le nostre imprese di potere lavorare”. (Adnkronos)